La caratteristica principale della cute invecchiata è la frammentazione della matrice dermica.
I fibroblasti sono le cellule che producono il collagene e organizzano la matrice extracellulare ma non possono attaccarsi al collagene, se questo è frammentato.
Infatti, normalmente, i fibroblasti sulla loro superficie hanno dei recettori (integrine), che si legano al collagene normale.
Questo tipo di rapporto, genera uno stiramento (un vero e proprio stretching) dei fibroblasti, che è fondamentale per la produzione normale e quindi equilibrata, di collagene e collagenasi, che sono enzimi che degradano il collagene.
La perdita di supporto, fornito dalle fibre collagene, impedisce ai fibroblasti di ricevere continue informazioni di tipo meccanico e quindi loro collassano, producendo meno procollagene e più collagenasi e si verificherà quindi una continua perdita di collagene.
Nei giovani, le fibrille di collagene di TIPO I, presenti nel derma, forniscono un ottimo supporto meccanico per i fibroblasti, che possono comunicare tra loro, attraverso la matrice extracellulare e svolgere, in maniera ottimale, la loro funzione.
Nella pelle invecchiata invece, i fibroblasti collassati producono bassi livelli di collagene ed elevati livelli di collagenasi e questo squilibrio accelera il processo di invecchiamento e si auto mantiene, in un circolo vizioso dannoso.
Le moderne terapie quindi, dovranno sempre stimolare una nuova e continua produzione di collagene intatto perché il legame dei fibroblasti, a questo nuovo collagene, rallenta il processo di invecchiamento.